
Nuove dipendenze tecnologiche (internet, social network, videogiochi, cellulare, TV) Nel 1995 Ivan Goldberg propose in modo ironico e provocatorio l’introduzione nel DSM di una nuova sindrome da dipendenza denominata Internet Addiction Disorder 34. La diagnosi veniva posta utilizzando un test specifico, che venne pubblicato direttamente in rete, nel quale il cut-off si raggiungeva quando l’intervistato rispondeva affermativamente ad almeno 5 su 7 domande:
• 1. Ti senti eccessivamente assorbito da Internet (pensi al collegamento precedente o pianifichi già la prossima sessione online)?
• 2. Senti il bisogno di passare sempre più tempo collegato alla rete per ottenere la stessa soddisfazione?
• 3. Hai tentato ripetutamente di controllare, ridurre o interrompere l’uso di Internet, ma senza successo?
• 4. Ti senti irrequieto, nervoso, depresso o irritabile quando tenti di ridurre o interrompere l’uso di Internet?
• 5. Rimani online più a lungo di quanto intendessi originariamente?
• 6. Hai mentito ai familiari, al terapeuta o ad altri per nascondere l’entità del tuo coinvolgimento nella rete?
• 7. Usi Internet come mezzo per scappare dai problemi o per alleviare l’umore disforico (per esempio, sentimenti di impotenza, colpa, ansia, depressione)?
• ALTRE MANIFESTAZIONI
Altre manifestazioni non specifiche, e perciò più subdole, possono essere rappresentate da alterazioni del ritmo sonno-veglia, stanchezza cronica (per la frequente preferenza per i collegamenti notturni), ridotta efficienza del sistema immunitario, alterazioni dell’appetito, scarsa cura di sé, cefalea, alterazioni della vista, comparsa di problemi ortopedici come un frequente mal di schiena e la sindrome del tunnel carpale (per l’uso continuativo del mouse). Alcuni soggetti predisposti possono presentare l’insorgenza di fenomeni di epilessia fotosensibile che si verificano per l’incessante stimolazione visiva dovuta alla lunga permanenza di fronte allo schermo del computer.
Goldberg ha descritto 5 sottotipi di dipendenza da Internet:
1. la ‘Cybersexual Addiction’, che individua un uso compulsivo di siti dedicati al sesso virtuale e alla pornografia;
2. la ‘Cyber-Relational Addiction’, caratterizzato da un eccessivo coinvolgimento nelle relazioni nate in rete;
3. la ‘Net-Compulsion’, nella quale si evidenziano comportamenti compulsivi collegati a diverse attività online quali gioco d’azzardo, shopping e e-trade;
4. la ‘Information Overload’, caratterizzata da una ricerca ossessiva di informazioni sul web;
5. infine, la ‘Computer Addiction’, che è caratterizzata dalla tendenza al coinvolgimento eccessivo in giochi virtuali, come per esempio i MUD’s (Multi User Dimensions – giochi di ruolo).
• Cyber-Relational Addiction.
• Tra le numerose varianti con le quali l’Internet Addiction può presentarsi, particolare interesse suscita la cosiddetta Cyber-Relational Addiction. Questa si caratterizza per la tendenza a instaurare rapporti d’amicizia o amorosi con persone ‘conosciute’ online, principalmente via chat, forum o social network. Si tratta di una forma di relazione nella quale gioca un ruolo fondamentale l’anonimato, il quale permette di autoattribuirsi specifiche fisiche e caratteriali spesso distanti da quelle reali.
• Le relazioni virtuali possono divenire progressivamente più importanti di quelle reali e il soggetto va incontro a un crescente isolamento, vivendo in un mondo parallelo, popolato da persone idealizzate e nel quale la comunicazione è spesso simbolizzata e avviene attraverso quella forma linguistica, grammaticale e visiva del tutto speciale, chiamata ‘irachese’ dalla sigla IRC (Internet Relay Chat) e comprendente i ben noti emoticon e smile.
• Nel 1996 Young et al. 35 hanno condotto una estesa ricerca empirica allo scopo di indagare la natura della dipendenza da Internet: utilizzando come modello la diagnosi del gioco d’azzardo patologico già presente nel DSM-IV, l’hanno definita come un ‘disturbo nel controllo degli impulsi che non implica l’assunzione di una sostanza’.